L’inizio
Facebook a pagamento? «Facebook è gratis e lo sarà sempre» Così recitava la scritta sulla homepage di quello che, per molto tempo, è stato il principale social network al mondo.
Indice
Il futuro: Facebook a Pagamento
Meta, l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, ha annunciato il lancio di un servizio a pagamento chiamato “Meta Verified” che permetterà agli utenti di “verificare” la loro identità attraverso l’invio di un documento e di avere una spunta blu sul proprio account, nonché di avere accesso rapido all’assistenza e una maggiore protezione contro i furti di identità. Tuttavia, la notizia non è stata accolta positivamente dalla maggior parte degli utenti, che hanno espresso la loro insoddisfazione sui social media.
Le critiche
Molti utenti hanno criticato il fatto che Facebook, precedentemente pubblicizzato come un social network gratuito e aperto a tutti, ora stia cercando di monetizzare l’identità degli utenti, dimostrando ancora una volta come i ricchi vogliano diventare sempre più ricchi. Alcuni utenti hanno anche affermato che l’idea di pagare per una spunta blu è ridicola e che non avrebbero mai considerato di sottoscrivere il servizio a pagamento.
Le politica di Facebook
Nonostante le polemiche, Meta sembra che stia andando avanti con il lancio del suo servizio a pagamento, che sarà disponibile solo per gli utenti sopra i 18 anni e che sarà lanciato in Australia e Nuova Zelanda come fase di prova. Resta da vedere se l’idea di pagare per la verifica dell’account avrà successo o se gli utenti continueranno a preferire un’esperienza gratuita sui social media.
Conclusione
Facebook a pagamento: l’annuncio di Meta di lanciare un abbonamento a pagamento per verificare l’identità degli utenti ha generato diverse reazioni. Se da una parte c’è chi vede questa mossa come un modo per aumentare i ricavi dell’azienda e garantire maggiore sicurezza agli utenti, dall’altra ci sono coloro che criticano l’idea di dover pagare per avere una spunta blu accanto al proprio nome. Inoltre, questa iniziativa sembra essere un segnale della difficoltà economica che l’azienda sta attraversando, come dimostrato dai recenti licenziamenti.
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